…e ora sei qui, nella stanza, a guardare mappe, soppesare dadi, allineare matite. Qui a ricordare.
Dici Dungeons & Dragons e subito si risveglia tutto un immaginario nerd. Stregoni lancia-incantesimi, guerrieri corazzati, mezzi uomini, elfi e mostri spaventosi. E con esso la nostalgia degli anni Ottanta, quell’epoca lontana eppure così vicina in cui i nerd erano emarginati. Ma ora le cose sono cambiate. La sottocultura nerd sta emergendo, sta diventando sempre più di massa. Basta pensare a Tolkien e al Signore degli anelli, all’attesa e al fermento che crea un nuovo episodio di Game of Thrones, alle risate che scatenano Sheldon Cooper e i suoi amici in The Big Bang Theory. E che dire di Sranger Things, così impregnato dell’estetica anni Ottanta e che ha fatto di Dungeons & Dragons addirittura un espediente narrativo?
In questo suo libro a metà tra romanzo e saggio, Vanni Santoni si rifà a quell’immaginario per ricostruire la storia dei giochi di ruolo, raccontata attraverso la carriera di un giocatore. Un dungeon master, per essere precisi: l’arbitro, il creatore di un mondo fantastico e delle sue regole, la guida che conduce l’avventura. Ancora bambino, muove i suoi primi passi nel mondo dei Gdr, si appassiona, colleziona manuali, ma intorno a lui non trova nessuno interessato a giocare. Dovrà aspettare gli anni dell’università per realizzare il suo sogno, per trovare altri ragazzi in cerca di avventure in mondi immaginari, per condurre altri eroi attraverso tunnel oscuri e deserti post-apocalittici. Per scendere nella stanza profonda.
Ed è lì, in quel luogo reale e virtuale al tempo stesso, che i ragazzi si ritrovano, carbonari che mettono in scena duelli, che scovano trappole e lanciano incantesimi. Quello che succede fuori non conta, le loro vite al di là del gioco non contano. Quello che conta è giocare, ritrovarsi ogni martedì per sedersi intorno al tavolo e compiere il loro rito. Tutto questo per vent’anni. Finché la realtà irrompe, e tutto esplode.
Vanni Santoni ci propone una riflessione sul potere dell’immaginazione e sul suo impatto sulla nostra vita, in un’epoca in cui il virtuale sembra prendere il sopravvento e tutto diventa narrazione. E dipinge l’affresco di una società che si chiude in sé stessa e prova a costruirsi un senso perché all’esterno non ne trova. Il rischio è alto, però. Potremmo non accorgerci di quanto fuori le città si dissolvano, di quanto le vite sbiadiscano. E una volta tornati, ad attenderci potrebbe non esserci Itaca. Potrebbe esserci Mordor.
Titolo: La stanza profonda
Autore: Vanni Santoni
Editore: Laterza
Anno: 2017
Pagine: 151
Prezzo: 14,00
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