Novità dalla giungla: E l’oceano era il nostro cielo
E l’oceano era il nostro cielo è il nuovo libro di Patrick Ness, illustrato da Rovina Cai. La riscrittura di un grande classico, e una metafora della guerra.
E l’oceano era il nostro cielo è il nuovo libro di Patrick Ness, illustrato da Rovina Cai. La riscrittura di un grande classico, e una metafora della guerra.
Anche quest’anno è arrivata l’estate! Qualcuno sarà già in vacanza, qualcuno starà aspettando di partire, qualcun altro invece è già tornato e magari fino all’anno prossimo non se ne andrà più. Ma che estate è senza libri? E allora ecco qualche consiglio per chi è alla ricerca di nuove letture. Ce n’è per tutti i gusti!
Il nuovo romanzo di Patrick Ness raconta di Prescelti che tentano di salvare il mondo. Ma soprattutto racconta di vite normali e banali: le vite di tutti noi, che possono essere altrettanto straordinarie.
C’era una volta un uomo invisibile, che s’era stufato di non essere visto da nessuno. Non che fosse davvero invisibile. Il fatto era che la gente si era abituata a non vederlo. E se nessuno ti vede, esisti davvero?
La prima cosa che scopri quando il tuo cane imparla a parlare è che i cani non hanno un gracché da dire. Su un bel niente. «Cacca, Todd.» «Zitto, Manchee.» «Cacca. Cacca, Todd.» Stiamo percorrendo i campi incolti a sud-est della città, quelli che scendono giù fino al fiume, in diressione della palude. Ben mi ha mandato a raccogliere delle mele e mi ha detto di portare con me Manchee, anche se lo sappiamo tutti che Cillian me l’ha preso solo per non scontentare il Sindaco Prentiss e così d’un tratto ecco questo nuovo cane come dono per il mio dodicesimo compleanno, anche se io non l’avevo mai detto che volevo un cane… la cosa che volevo io, era che finalmente Cillian si decidesse ad aggiustarmi il mio scooter a fissione così non sarei stato più costretto ad andarmene a piedi in ogni punto sperduto di questa stupida città ma, oh no, buon compleanno, Todd, ecco qui un bel cuccioletto, Todd, e anche se non lo vuoi, anche se non l’avevi chiesto, indovina chi si …
Il mostro si presentò poco dopo la mezzanotte. È così che fanno. Conor era sveglio quando arrivò. Aveva avuto un incubo. Be’, non un incubo: l‘incubo. Quello ricorrente che da qualche tempo l’ossessionava. Quello con il buio e il vento e le urla. Quello con le mani che gli scivolavano dalla presa, per quanto cercasse di trattenerle. Quello che ogni volta si concludeva con… «Va’ via» sussurrò il ragazzo all’oscurità della sua camera, cercando di respingere l’incubo, di impedirgli di seguirlo nel mondo della veglia. «Va’ via adesso.» Diede uno sguardo all’orologio che sua madre aveva messo sul comodino. 12.07. Sette minuti dopo la mezzanotte. Le prime frasi del libro in lingua originale The monster showed up just after midnight. As they do. Conor was awake when it came. He’d had a nightmare. Well, not a nightmare. The nightmare. The one he’d been having a lot lately. The one with the darkness and the wind and the screaming. The one with the hands slipping from his grasp, no matter how hard he tried to hold …